di: ARTBIKE&RUN

LE TANTE ANIME DEI TRABOCCHI

Nati come rudimentali macchine da pesca, in un’unione ideale ma allo stesso tempo pratica fra terra e mare, sono diventati nel tempo simbolo forte di un territorio. Fonti storiche attestano la realizzazione delle prime strutture intorno al 1627, quando un gruppo di ebrei provenienti dalla Spagna e anche da Germania e Francia, trova rifugio in queste zone, abbandonate al tempo dopo un terremoto e maremoto.

Un po' di storia
È dalla metà del 1600, dunque, che i Trabocchi sono qui e quelli che vediamo oggi sono arrivati a noi con i vari passaggi di manutenzione. In origine, quindi, per dirla con le celebri parole di Gabriele d’Annunzio con funzione di “grande macchina pescatoria composta di tronchi intrecciati, di assi e di gomene” si presentano con le loro diverse anime: visitabili, didattici, ristoranti e anche come strutture private.

Sull'origine del nome le fonti più attendibili tracciano un collegamento con il “trappeto a trabocco” struttura utilizzata per la spremitura delle olive: alcuni trabocchi conservano ancora l’argano per la “salpata” della rete che replica il movimento della macina. Si fa riferimento anche al “traboccare” dei pesci nella rete: sui trabocchi che le montano per dimostrazione della tecnica di pesca, le reti superano i 270 metri quadrati di estensione.

Tutte le strutture sorgono in corrispondenza di “punte” e sfruttano la presenza di scogli per l’appoggio della paleria. Una curiosità: i fori per i pali sono di 20x20 centimetri e oggi, di fatto su quasi tutte le strutture, sono evidenti le “aggiunte” alla base, in ferro. Sono sezioni dei binari del treno che passava qui, materiale di risulta utilizzato a partire dagli anni ‘70 del Novecento.

E allora, ai tempi quando il “traboccante” tirava su la rete con un buon pescato, issava la camicia a mo’ di bandiera per comunicare alla moglie a terra la buona riuscita della “salpata”: che sventoli, dunque, idealmente anche in questo tour dei Trabocchi.

Sono indicati in successione, da nord a sud, con la loro funzione attuale. Sono 32 in totale, alcuni dei quali tutelati dalla Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio dell’Abruzzo, selezionati “con riferimento alle loro immutate capacità di riferirsi, ancora oggi, alle macchine da pesca originarie, seppur con minimi adattamenti e rinnovate funzioni” come si legge nelle motivazioni.


Ortona
Trabocco Punta della Mucchiola, ristorante

San Vito Chietino
Trabocco Vento di Scirocco, ristorante
Trabocco San Giacomo, ristorante
Trabocco Punta Fornace, ristorante
Trabocco Punta Turchino, visitabile, tutelato dalla Soprintendenza
Trabocco Colle Del Guardiano
Trabocco Punta Lupone, tutelato dalla Soprintendenza
Trabocco Valle Grotte, ristorante

Rocca San Giovanni
Trabocco Punta Tufano, ristorante, trabocco didattico
Trabocco Sasso Della Cajana, ristorante
Trabocco Punta Isolata, ristorante 
Trabocco Punta Torre, tutelato dalla Soprintendenza
Trabocco Spezza Catena, ristorante
Trabocco Punta Cavalluccio, ristorante
Trabocco Punta Punciosa, ristorante

Fossacesia
Trabocco Pesce Palombo, ristorante
Trabocco Punta Rocciosa, ristorante

Torino Di Sangro
Trabocco Punta Le Morge, visitabile, tutelato dalla Soprintendenza

Vasto
Trabocco Punta Aderci, visitabile (349 664 8985), tutelato dalla Soprintendenza

Trabocchi Molo Di Vasto
Trabocco Trimalcione, ristorante
Trabocco Puntamare
Trabocco di Punta Vignola, tutelato dalla Soprintendenza
Trabocco La Canale, tutelato dalla Soprintendenza 
Trabocco Rosa Dei Venti, tutelato dalla Soprintendenza
Trabocco Punta San Nicola, tutelato dalla Soprintendenza, ristorante 
Trabocco Cungarelle, ristorante
Trabocco Trave

San Salvo
Trabocco Diamante, ristorante

 

Attenzione!!!
Si comunica che in base alle disposizioni dell’autorità competente l’attività dei trabocchi va dal 6 marzo al 26 novembre, ma molte strutture chiudono anche prima di questa data, ci consiglia pertanto di contattare direttamente il singolo trabocco.

(Foto: Rocca San Giovanni, Trabocco Punta Tufano, © Archivio Carsa, Foto Antonio Martorella) 

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